Chi di voi ieri ha acquistato il corriere della sera? Bene! Per chi non l'abbia fatto ieri, su questo giornale, è uscita un'interivista molto bella a Laura Esquivel di Renato Franco. Eccola:
«Troppi bambini attori
sono rovinati dai genitori»
Parla la protagonista di «Il mondo di Patty», star anche in Italia
MILANO — Mito La quindicenne Laura Esquivel
dell’antivelina, rivincita delle «esteticamente svantaggiate»: se sapete chi è Laura Esquivel avete più o meno tredici anni. Protagonista di una telenovela esportata in tutto il mondo ( Il mondo di Patty , in onda su Italia 1 e Disney Channel) Laura Esquivel è la paladina di milioni di teenager perché nel mondo dei belli senza talento la favola del brutto anatroccolo funziona sempre. È lei il Patito Feo (il brutto anatroccolo, appunto, come nel titolo originale) al quale aggrapparsi, perché il «format» danese di Hans Christian Andersen è sempre attuale. In fondo il mondo (e non solo quello di Patty) si divide in «Las Populares» (le bruttine di talento) e «Las Divinas» (quelle che se la tirano).
Racconta Laura Esquivel (nata a Buenos Aires il 18 maggio 1994): «Il messaggio del brutto anatroccolo — il trionfo del più brutto, di chi viene giudicato ridicolo o del bambino discriminato — non è facile da comprendere per alcuni bambini. I genitori devono aiutare i loro figli a comprendere che la vera belle
zza è ciò che hai nel cuore ». C’è sempre una lezione da imparare: «Il racconto mi ha insegnato che non bisogna mai smettere di lottare, che ciò che realmente conta è dentro le persone indipendentemente da ciò che la nostra società ci fa credere. Lavorare per la serie è stata un’esperienza formativa perché mi ha insegnato ad essere responsabile del progetto che mi avevano affidato coloro che credevano in me. La cosa più difficile è s
tata interpretare il personaggio con naturalezza perché fosse totalmente credibile». Credibile anche perché Laura in sé rivede qualcosa di Patty, ma la risposta che offre è quella di una bambina fin troppo adulta: «Quando si fa un casting per serie come Patito Feo , credo che i personaggi vengano scelti per il loro carattere perché si suppone che alla nostra età non abbiamo maturato sufficiente esperienza per 'comporre' un qualunque personaggio. Credo che mi abbiano scelta perché somiglio molto a Patty, anche se come tutte le ragazzine mi piace vedermi carina. Ho fatto Patty tra i 12 e i 14 anni e a quell’età non
è facile fare la brutta».
Ha debuttato a teatro a dieci anni, poi subito protagonista di Patito Feo che l’ha fatta diventare una star. Un successo televisivo ma anche teatrale (con tanto di tournée) e musicale (cd più dvd). Senza dimenticare il libro ( Il mondo di Patty ), un magazine mensile, il diario scolastico (in arrivo nei negozi di tutta Italia prop
rio da domani), i cofanetti con i dvd appena pubblicati con gli episodi della prima serie della fiction... Ma non si è montata la testa: «Il merito è dei miei genitori. Loro mi hanno insegnato che l’ambiente artistico è finzione e che la realtà è altro. Quando cominci a recitare ti ritrovi attorno gente che ti assiste in tutto (produttore, regista parrucchiere, truccatore) e i miei genitori tutti i giorni mi hanno ricordato che quelle persone erano lì non per me ma per il mio personaggio e prima o poi questo personaggio non esisterà più». «Purtroppo — dice, giudiziosa — a volte i bambini sono spinti a recitare dalla pressione dei genitori che vorrebbero veder realizzato nei figli quello che era un loro sogno. Credo che questa sia la rovina per alcuni bambini». Laura fa una vita da adolescente normale, in camera ha un p
oster autografato della stella colombiana del pop Juanes (quello di «La Camisa Negra») e una sagoma di Patty. I fan la ricoprono di regali: «Quello più strano che ho ricevuto è stata una scatola con 40 piccoli Snoopy».
Sta lavorando a un repertorio musicale tutto suo e il futuro lo immagina così: «Mi piacerebbe continuare a lavorare in televisione, ma quello che amo di più è la musica e cantare. Adoro Celine Dion, Laura Pausini, Andrea Bocelli, Bryan Adams. Mi piace la musica degli anni 80, penso che siano stati anni artisticamente ricchi. Quando mi sveglio la mattina accendo un canale che trasmette video musicali di quegli anni». A belle e meno belle Laura dà lo stesso consiglio: «Tutto si può conquistare anche se il ca
mmino è duro». Lei, come nella finzione, è una «populare»: «La mia vita non è cambiata. Quando torno da scuola faccio i compiti, vado al cinema o esco con la mia famiglia. Faccio la vita di una ragazza qualunque».
Renato Franco
24 agosto 2009© RIPRODUZIONE RISERVATA
Come vedete l'intervista parla chiaro: Laura Esquivel vuole dare l'esempio di una ragazza qualsiasi. Infatti è molto importante continuare a studiare e ascoltare i propri genitori. E voi cosa fareste se foste nei panni di Laura? Io penso che mi comporterei come lei. Fate sentire le vostre idee sono molto curiosa!
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