martedì 25 agosto 2009

Un'intervista a Laura Esquivel sul corriere della sera!

Ciao a tutti!
Chi di voi ieri ha acquistato il corriere della sera? Bene! Per chi non l'abbia fatto ieri, su questo giornale, è uscita un'interivista molto bella a Laura Esquivel di Renato Franco. Eccola:

«Troppi bambini attori
sono rovinati dai genitori»

Parla la protagonista di «Il mondo di Patty», star anche in Italia

La quindicenne Laura Esquivel
La quindicenne Laura Esquivel
MILANO — Mito

dell’antivelina, rivinci­ta delle «esteticamente svantaggiate»: se sapete chi è Laura Esquivel avete più o me­no tredici anni. Protagonista di una teleno­vela esportata in tutto il mondo ( Il mondo di Patty , in onda su Italia 1 e Disney Chan­nel) Laura Esquivel è la paladina di milioni di teenager perché nel mondo dei belli sen­za talento la favola del brutto anatroccolo funziona sempre. È lei il Patito Feo (il brutto anatroccolo, appunto, come nel titolo originale) al qua­le aggrapparsi, perché il «format» danese di Hans Christian Andersen è sempre attua­le. In fondo il mondo (e non solo quello di Patty) si divide in «Las Populares» (le brut­tine di talento) e «Las Divinas» (quelle che se la tirano).

Racconta Laura Esquivel (nata a Buenos Aires il 18 maggio 1994): «Il messaggio del brutto anatroccolo — il trionfo del più brutto, di chi viene giudicato ridicolo o del bambino discriminato — non è facile da comprendere per alcuni bambini. I genito­ri devono aiutare i loro figli a comprendere che la vera belle

zza è ciò che hai nel cuo­re ». C’è sempre una lezione da imparare: «Il racconto mi ha insegnato che non bisogna mai smettere di lottare, che ciò che real­mente conta è dentro le persone indipen­dentemente da ciò che la nostra società ci fa credere. Lavorare per la serie è stata un’esperienza formativa perché mi ha inse­gnato ad essere responsabile del progetto che mi avevano affidato coloro che credeva­no in me. La cosa più difficile è s

tata inter­pretare il personaggio con naturalezza per­ché fosse totalmente credibile». Credibile anche perché Laura in sé rive­de qualcosa di Patty, ma la risposta che of­fre è quella di una bambina fin troppo adul­ta: «Quando si fa un casting per serie come Patito Feo , credo che i personaggi vengano scelti per il loro carattere perché si suppo­ne che alla nostra età non abbiamo matura­to sufficiente esperienza per 'comporre' un qualunque personaggio. Credo che mi abbiano scelta perché somiglio molto a Pat­ty, anche se come tutte le ragazzine mi pia­ce vedermi carina. Ho fatto Patty tra i 12 e i 14 anni e a quell’età non

è facile fare la brut­ta».

Ha debuttato a teatro a dieci anni, poi su­bito protagonista di Patito Feo che l’ha fat­ta diventare una star. Un successo televisi­vo ma anche teatrale (con tanto di tour­née) e musicale (cd più dvd). Senza dimenticare il libro ( Il mondo di Patty ), un magazine mensile, il diario sco­lastico (in arrivo nei negozi di tutta Italia prop

rio da domani), i cofanetti con i dvd appena pubblicati con gli episodi della pri­ma serie della fiction... Ma non si è monta­ta la testa: «Il merito è dei miei genitori. Loro mi hanno insegnato che l’ambiente ar­tistico è finzione e che la realtà è altro. Quando cominci a recitare ti ritrovi attor­no gente che ti assiste in tutto (produttore, regista parrucchiere, truccatore) e i miei genitori tutti i giorni mi hanno ricordato che quelle persone erano lì non per me ma per il mio personaggio e prima o poi que­sto personaggio non esisterà più». «Purtroppo — dice, giudiziosa — a volte i bambini sono spinti a recitare dal­la pressione dei genitori che vorrebbero ve­der realizzato nei figli quello che era un lo­ro sogno. Credo che questa sia la rovina per alcuni bambini». Laura fa una vita da adolescente norma­le, in camera ha un p

oster autografato del­la stella colombiana del pop Juanes (quello di «La Camisa Negra») e una sagoma di Pat­ty. I fan la ricoprono di regali: «Quello più strano che ho ricevuto è stata una scatola con 40 piccoli Snoopy».

Sta lavorando a un repertorio musicale tutto suo e il futuro lo immagina così: «Mi piacerebbe continuare a lavorare in televi­sione, ma quello che amo di più è la musi­ca e cantare. Adoro Celine Dion, Laura Pau­sini, Andrea Bocelli, Bryan Adams. Mi pia­ce la musica degli anni 80, penso che siano stati anni artisticamente ricchi. Quando mi sveglio la mattina accendo un canale che trasmette video musicali di quegli anni». A belle e meno belle Laura dà lo stesso consiglio: «Tutto si può conquistare anche se il ca

mmino è duro». Lei, come nella fin­zione, è una «populare»: «La mia vita non è cambiata. Quando torno da scuola faccio i compiti, vado al cinema o esco con la mia famiglia. Faccio la vita di una ragazza qua­lunque».

Renato Franco
24 agosto 2009© RIPRODUZIONE RISERVATA



Come vedete l'intervista parla chiaro: Laura Esquivel vuole dare l'esempio di una ragazza qualsiasi. Infatti è molto importante continuare a studiare e ascoltare i propri genitori. E voi cosa fareste se foste nei panni di Laura? Io penso che mi comporterei come lei. Fate sentire le vostre idee sono molto curiosa!



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